
96/100 – Langhe Nebbiolo Sperss Gaja 2001
Era il 1988 quando Angelo Gaja acquistava una parcella all’interno del cru Marenca-Rivette a Serralunga d’Alba. Angelo aveva già camminato quelle vigne da piccolo, quando aiutava nonno Giovanni nella raccolta delle uve. Ecco perché venne scelto poi il nome di Sperss che in dialetto significa “nostalgia”. Con lo Sperss, il nome Gaja si rilancia alla grande anche nella denominazione Barolo. Arrivò poi anche l’acquisizione della parcella all’interno del Cerequio di La Morra, chiamato Conteisa, in memoria della disputa durata 100 anni tra i comuni di La Morra e Barolo nell’acquisizione di queste terre. L’esordio del Conteisa coincise però con l’annata 1996 e combaciò dunque con il primo anno in cui Angelo scelse di imbottigliare i cru con la denominazione di Langhe Nebbiolo, dove entrarono anche un 5% di uve barbera. Tuttavia prevale sempre lo spirito nebbioleggiante nelle differenze dei cru; più caldo, potente e tenace lo Sperss, più accomodante, avvolgente e speziato il Conteisa. Lo Sperss nasce da una parcella di 12 ettari, con esposizione sud e sud-ovest, un’altitudine di 370 mt. ed un’età media delle viti di 55 anni. Nel bicchiere abbiamo il millesimo 2001, annata che è nel cuore di ogni appassionato langarolo. Partita in sordina in quanto gli americani avevano preferito di gran lunga la 2000, con le relative conseguenze di ricaduta sul mercato. La 2001 ci ha messo un po’ di tempo prima di dire la sua. Come è giusto che sia quando si parla di annate più classiche e la tua pazienza viene ripagata in tutta questa attesa, dalla sua grandezza e da una “prontezza” di beva a distanza di 21 anni.
Veste un rubino luminoso che sfuma leggermente verso il granato. Al naso mette in campo tutta la stoffa ed il carattere di Serralunga. Ma la capacità delle 2001 è quello di dare comunque grazia, raffinatezza e piacevolezza al tutto. Frutto scuro di una visciola sotto spirito, prugna, violetta passita. Con l’ossigenazione ecco uscire la nota di eucalipto sempre presente in questo vino, che gioca con le note più “dolci” di tabacco, cuoio e cannella. Al palato si palesa tutta la potenza di Serralunga, attraverso una trama tannica fitta e decisa, ma trova tutto l’equilibrio del caso in un corpo caldo e avvolgente. E’ proprio questo equilibrio gustativo che permette di dare profondità all’articolazione, di quelle che si faranno ricordare per sempre.
